Si stima che siano quasi 250 milioni le persone che oggi vivono in un paese diverso da quello d’origine, con un incremento di quasi il 60% delle persone che hanno lasciato il proprio paese dal 1990 al 2015.
Nel 2015 il 3.3% dell’intera popolazione mondiale, di fatto, era rappresentato da migranti.
In realtà, nel 2018 i fenomeni migratori verso l’Europa e, in particolare, verso l’Italia sono molto diminuiti; in Italia sono sbarcati 21 mila migranti. Tra i problemi legati al fenomeno dell’immigrazione, quello della salute è, se non il principale, uno dei più importanti.
Relativamente alle malattie trasmissibili, il recente rapporto dell’OMS evidenzia che:
rifugiati e migranti possono essere più vulnerabili alle malattie infettive nei luoghi di origine, transito e destinazione per esposizione a infezioni, mancanza di accesso all’assistenza sanitaria, discontinuità delle cure e condizioni di vita sfavorevoli;
il rischio di trasmettere malattie trasmissibili alla popolazione ospite nella Regione europea da parte di rifugiati e migranti è molto basso;
particolarmente problematica è l’infezione tubercolare latente perché può rimanere non diagnosticata;
rifugiati e migranti hanno maggiori probabilità di ricevere diagnosi tardiva di HIV;
le infezioni da HBV e HCV sono più frequenti tra rifugiati e migranti da paesi ad alta endemia;
la prevalenza di queste infezioni tra le popolazioni di rifugiati e migranti varia nei diversi Stati membri.
N. crediti formativi: 6
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Ref. Edvige BRAMBILLA PISONI
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