L’esclusione sistematica dei pazienti con infezione cronica da HCV negli studi registrativi di inibitori di PD-1/PDL-1 e di CTLA-4 nel trattamento di NSCLC e MLN per timore di eventi avversi da immunoricostituzione (IRIS) ha determinato un’area grigia che espone questi pazienti ad un potenziale sottotrattamento, e ad un “sommerso” terapeutico. I nuovi farmaci antivirali anti-HCV ad azione diretta (DAA) hanno guadagnato un invidiabile successo nell’eradicazione di HCV anche in pazienti “difficili” grazie al loro profilo di grande potenza e sicurezza. La disponibilità di DAA può far emergere un “sommerso” HCV anche in campo oncologico con possibilità di impiego in sicurezza anche dei nuovi ICI. La collaborazione oncologica/infettivologica/gastroenterologica al riguardo è di grande importanza per affrontare il tema del trattamento di questi pazienti.
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