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La diagnosi precoce dell’infezione da HIV, presenta dei benefici sia per il singolo individuo, in quanto permette il tempestivo inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (cART) con riduzione della mortalità e morbilità HIV-relate e conseguente allungamento dell’aspettativa di vita dei soggetti HIV-positivi, sia per la salute pubblica, perché la conoscenza del proprio stato di HIV positività comporta l’assunzione di comportamenti sessuali consapevoli; inoltre, con l’abbattimento della carica virale a seguito dell’inizio della cART si riduce la trasmissibilità dell’infezione programma UNAIDS 90-90-90 per il controllo dell’epidemia a livello globale entro il 2020). Purtroppo in Europa circa il 50% dei casi di infezione da HIV sono diagnosticati tardivamente (CD4<350/mmc) ed è pertanto necessario implementare i metodi di screening per le diagnosi di HIV. In Italia, dai dati della coorte Icona, circa il 60-65% delle persone con infezione da HIV arriva alla diagnosi con conte di CD4<350/mmc e tale percentuale non si è modificata negli anni. Una possibile strategia è rappresentata dall’offrire il test a pazienti affetti da patologie ‘suggestive’ di infezione da HIV. Un importante documento stilato da un gruppo di clinici europeo ‘HIV in Europe’ (‘HIV Indicator Conditions: Guidance for Implementing HIV Testing in Adults in Health Care Settings’) ha infatti evidenziato diverse categorie di patologie che possono essere correlabili alla presenza di infezione di HIV, e per le quali quindi è indicato eseguire un test per la ricerca di infezione da HIV:

  • patologie AIDS definenti;
  • patologie che sono indicative di una ridotta risposta del sistema immune alle infezioni o altre noxae patogene;
  • patologie correlate a comportamenti sessuali promiscui;
  • patologie neoplastiche per cui è indicata una chemioterapia antiblastica.

Su queste basi, è stato sviluppato un progetto pilota denominato ICEBERG (HIV screening tests beyond the target) – i cui risultati sono stati presentati al recente Congresso Nazionale ICAR, giugno 2019 – ideato con l’obiettivo di: 

  • offrire il test per HIV (e il trattamento antiretrovirale in caso di HIV sieropositività come da linee guida), a tutti i pazienti afferenti le UOC di malattie infettive, ematologia, oncologia, neurologia, dermatologia, gastroenterologia, ginecologia, unità di cura intensiva, della ASST Santi Paolo e Carlo, ricoverati affetti dalle cosiddette “HIV Indicator Conditions” (patologie in cui è stata confermata una prevalenza di infezione da HIV superiore allo 0.1%, nel setting epidemiologico di Europa Occidentale);
  • stimare la reale prevalenza di infezione da HIV in pazienti
Ref. Edvige BRAMBILLA PISONI, Francesco ROMEO
e-mail: edvige.brambilla@effetti.it

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