Nei pazienti HCV+ con disturbo di dipendenza risulta ancor più importante adottare strategie cliniche-organizzative capaci di garantire la continuità di cura e la piena collaborazione del paziente, considerate le problematiche relative all’eradicazione che impongono un approccio di sanità pubblica per almeno due importanti ragioni. La prima è rappresentata dall’evidenza che i consumatori di sostanze, ed in particolare, quelli che si iniettano droghe (i cosiddetti PWID) sono la fonte di maggior diffusione dell’infezione da HCV (almeno nel mondo occidentale) e la seconda dal fatto che oggi esistono trattamenti farmacologici, efficaci e sicuri, per l’epatite C che possono guarire la malattia. I consumatori di sostanze con infezione da epatite C rappresentano, perciò, uno dei target più importanti e prioritari per l’accesso al trattamento con i nuovi farmaci ad azione diretta.
In questo ambito, la popolazione carceraria presenta problematiche peculiari proprio in relazione allo stato di detenzione che spesso si sommano a quelle di tipo clinico.
In questo contesto, l’infermiere riveste un ruolo di primo piano, proprio in virtù di una relazione con il paziente che deve essere continuativa e confidenziale, in grado di favorire la motivazione alla cura, il linkage to care con ricadute positive sull’esito del trattamento ed eventuali dropāout.
N. crediti formativi: 7
ID ECM evento: 150-262685
Ref. Barbara Bocciardi
e-mail: barbara.bocciardi@effetti.it